PACO SOARES, SAUDADE FIDELIS


In alcune forme la saudade è una sorta di ricordo nostalgico affettivo di un bene speciale che è perso, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. Come se questo sentimento faciliti l’accettazione del passato e quindi la fede nel futuro.

Allora Nostalgia Fidelis e quello che segue, trova l’abito su misura. Senza alcun dubbio.

Saudade è una parola che i portoghesi hanno coniato ed esportato con le loro colonie anche dall’altra parte dell’oceano: in Brasile. Anzi alcuni hanno detto che questa parola è stata usata proprio dai colonialisti portoghesi in terra verde-oro per sottolineare la loro lontananza da casa e dagli affetti.

In Brasile nei primi anni ’50 attraverso la nota della bossa nova sdogana questo modo di essere e di rappresentare i sentimenti più nobili attraverso la saudade.

Al calcio, la parola inevitabilmente si lega agli atleti brasiliani che giustificavano la loro scarsa resa, oppure la loro velata tristezza a questo sentimento riferito alla loro terra. Spesso in inverno, da crederci.

A tal proposito Pier Paolo Pasolini – a cui è intitolata la via che costeggia la Curva del Nord degli Ulivi – disse “C’è un calcio di prosa e un calcio di poesia. Quello dei brasiliani appartiene al secondo tipo.

Diversi brasiliani hanno vestito la maglia della Fidelis Andria ma la nostalgia o saudade e la poesia la reincarna un calciatore. Il calciatore è Francisco de Souza Paco Soares, nato il 14 dicembre 1979 a San Luis terra di turismo, minerali e di Lulù Oliveira. Muove i primi passi nel Montagua in Honduras, come ci fosse finito non si sa, dove ancora minorenne viene mostrato dagli scout della Sampdoria e portato in Liguria. Storie sudamericane che vale la pena raccontare, non qui e non ora. È la stagione 97/98, il giovane Paco Soares vive alle spalle di campioni come Jűrgen Klinsmann, Beppe Signori e Vincenzo Montella ma Vujadin Boskov lo manda in campo in ben 8 occasioni. Il 3 Maggio ’98 segna il suo unico gol in serie A nel 2 a 2 contro il Parma del giovanissimo Gianluigi Buffon sostituendo Emanuele Pesaresi. Da lì l’astro nascente di Paco Soares si affievolì, peregrinando qua e là senza confermare il suo talento.

Ma è con la maglia della Fidelis Andria che Paco Soares mostra il meglio di se. Nella città pugliese gioca in 3 stagioni, non consecutive, trovando continuità e qualche goal, toccando l’apice nella stagione 2003/2004 con 31 presenze con ben 6 goal.

La nostalgia la reincarna sì Paco, e non con i suoi gol, ma divenendo protagonista di un momento in cui lui stesso diventa artefice di uno dei passaggi più gloriosi della nostra storia. Un istante che fece sognare nel mezzo di una stagione iniziata male, proseguita alla grande e finita peggio con la retrocessione di Terni.

In quel 3 aprile del 1999 la Fidelis affronta la corazzata Napoli di Stephan Schwoch e Renzo Ulivieri che inseguono la Serie A e noi lanciati verso la salvezza nel campionato cadetto.

Vincemmo nei minuti finali, anzi al minuto novantaquattro con Pesaresi, sì proprio colui che apri la porta al calcio che conta al nostro protagonista, che abbatte la scheggia impazzita Paco. Capitan Ciccio Tudisco trasformò il rigore battendo l’ex Luca Mondini.

Momenti che si intrecciano con i blasoni e i personaggi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non. Ricordi accompagnati da un velo di nostalgia e tristezza, ma con quella poesia e fiducia nel futuro per il calcio federiciano.

Uomini passati da queste terre che hanno il ricordo di quello che siamo stati, e Paco che veniva dal Brazil lo è di certo.

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