CHI SIAMO

 

La voglia di rivivere e far rivivere momenti passati attraverso il racconto e le parole è stata per noi una necessità. Perché raccontare con le parole o con un immagine il passato ci dà l’opportunità di sostenere un presente florido ed arricchirlo con speranze, gioia e passione che solo lo sport e sopratutto il calcio può dare.

Ecco il perché di Nostalgia Fidelis, ma Fidelis perché? È chiaro che vogliamo raccontare e irrigare quotidianamente quella che é la passione per la Fidelis Andria e i colori della città e vogliamo farlo con le parole ed i racconti di personaggi, partite, aneddoti ed avversari che hanno costellato la storia biancoazzurra come la storica promozione di Fano.

Milan Kundera scrive a proposito di nostalgia definendola “la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare”. Ritornare può far pensare di rivivere momenti fatti di vittorie che noi ci auguriamo per il futuro, ma significa anche non staccare lo sguardo dal presente sulle vicende e le storie della Fidelis. Ci sono state Fidelis bellissime ed indimenticabili ma c’è ne saranno altre diversamente belle che meriteranno racconti diversi.

Questo, vuole essere un progetto editoriale trasversale sia nel tempo ma anche nei contenuti che riguardano il calcio attraverso la letteratura ed il cinema, la cultura e la storia locale, il passato ed il presente, la cronaca e l’inchiesta, e lo sport come bene comune. Tutto da raccontare con le parole e con la contaminazione di chi fa della parola strumento e veicolo di passione e serietà per il calcio, e lo sport in generale.

Il nome Fidelis risale alla fedeltà del popolo andriese verso Federico II di Svevia che fece costruire Porta Sant’Andrea nel 1230 proprio per rendere indelebile questo legame scolpendolo nella pietra: “ANDRIA FIDELIS NOSTRIS AFFIXA MEDULLIS” (Andria fedele legata alle nostre midolla, ossia sino in fondo al cuore).

Ecco, vogliamo mantenere la fedeltà nei confronti delle nostre radici ma salendo sui rami più acerbi per raccontare anche il presente con la curiosità e la voglia di scoperta che era elemento qualificante  del giovane Federico II.

Sarà una sfida avvincente per il racconto di uno sport meraviglioso, da una terra meravigliosa.